Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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LEGGENDE NAPOLETANE

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Serao, Matilde 15 occorrenze

LEGGENDE NAPOLETANE

la nascita del Cristo Redentore, un'isola larga e fiorita che veniva chiamata Megaride o Megara che significa grande nell'idioma di Grecia. Quel pezzo

LEGGENDE NAPOLETANE

Voi errate lontano di qua, anima settentrionale e vagabonda, e le brume in cui si affissa il vostro malinconico occhio, vi mettono intorno

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Nell'anno 1220 della salutifera Incarnazione regnando in Palermo ed in Napoli il grande e buon re Federico secondo di Svevia, accadde in Napoli un

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sulla pietra le sue conchiglie, mette l'arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero

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In questo pomeriggio lungo di luglio un grande silenzio regna intorno; nelle vie abbruciate dal sole non passa alcuno; ed i cittadini dormono nel

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Assisa innanzi allo specchio, ella lasciava che la sua acconciatrice passasse il pettine nella ricchezza dei capelli biondo-fulvi, di un colore

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La cappella è glaciale. Pavimento di marmo, marmo alle pareti, tombe di marmo, statue di marmo alle pareti, tombe di marmo, statue di marmo. Un marmo

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La leggenda di Donnalbina, Donna Romita, Donna Regina, corre ancora per la lurida via di Mezzocannone, per le primitive rampe del Salvatore, per

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del suo lettore presente o ad indovinare l'animo del lettore assente, cerco di spiegare che significhi il lampo del tuo occhio nero e l'arco ironico del

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ha litigato con l'amico e chi con l'innamorata: vi è chi ha litigato con la persona indifferente, chi con quella che odia, chi con quella che ama di

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lampada, se la giovane madre, o la gentile sorellina, o la nonna dagli occhiali d'oro, o la zia che lavora di calza, non racconta loro una storia, una

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appassiscono, le frutta imputridiscono, le guance delle donne sembrano di cenere, la mano degli uomini pare di sughero, la città patisce di acquavite e la

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La quale istoria fu così. Nell'anno 1445 dalla fruttifera Incarnazione, regnando Alfonso d'Aragona, una fanciulla a nome Caterina Frezza, figlia di

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Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi

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; ogni tanto il garrito allegro di un uccello fa ondeggiare le conche rosee dell'aria. Non è, non è la piccioletta e magra natura dei giardini tagliati

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